Siamo qui a parlare di pace.
Ma come ne parliamo? La Pace non è un esercizio intellettuale da tirare fuori quando, compunti, ci accorgiamo che, a migliaia di km lontano da noi, qualcuno la “pace” non ce l’ha.
È un qualcosa di cui l’essere umano non può e non deve fare a meno, perché senza di essa il “sistema persona” non funziona a dovere. Eppure. Ci ritroviamo solo e sempre a palare di pace, quando qualcuno, al di fuori di noi ne è privo, pensando che essa sia possibile solo quando cessano i conflitti.
In realtà la pace si forma e informa la realtà quando ogni persona, che è un elemento di un sistema complesso ancora più vasto, se ne fa portavoce e artefice nel proprio quotidiano, non solo pensandola, ma agendola nel profondo.
Spesso i guru del benessere ci “insegnano” che la pace interiore inizia quando impediamo agli altri di manipolarci o gestirci o di vivere sulla base di credenze ed esigenze esterne. Ma, come per ogni cosa che ci accade, siamo noi a gestire la nostra realtà e a definire il nostro ambito di pace e “i terzi” non sono alto che strumenti al servizio della nostra personale guerra interiore.
C’è un modo per riscoprirla come imprescindibile elemento interiore dell’essere? Purtroppo, non c’è una ricetta assoluta, la realtà si realizza in base alla osservazione che facciamo di essa e di noi stessi all’interno di essa. Ma forse ci sono delle piccole coordinate che ci possono aiutare ad orientarci nel ritrovare il nostro sentiero interiore di pace:
Le azioni che abbiamo descritto sembrano cose banali e ovvie ma non è così: se ci riflettiamo un attimo quasi mai si riesce a praticarle nella propria quotidianità. Se dentro di noi c’è rabbia, risentimento o se pensiamo che ogni cosa ci sia dovuta, anche quando non manifestiamo aggressività, la nostra vibrazione parla per noi e si propaga con i cerchi nell’acqua quando tiriamo il sasso in uno stagno. Cosa significa questo (direbbe qualcuno) che dobbiamo diventare tutti perfetti e non arrabbiarci mai per costruire un mondo ideale? Assolutamente no. Non siamo bionici e l’essere umano, da sempre, progredisce e cresce soprattutto attraverso i suoi momenti di “crisi”. Ma una crisi costruttiva e non distruttiva, una crisi che guarda alla soluzione e non alla disperazione senza via di uscita.
Ogni cosa avviene nel micro, come nel macrocosmo.
Ma perché questo possa accadere è necessario che ogni elemento di questa grande coscienza collettiva, faccia sua, in ogni momento della propria vita quotidiana, questo esercizio di riappropriazione della propria “pace” come elemento imprescindibile dell’essere.
Afferma Annick de Souzenelle: “Ogni elemento del corpo è il corpo intero. E quando si colpisce una cellula, si colpisce il corpo intero, e quando si colpisce un uomo, si colpisce l’umanità intera.”
Prendendo spunto da questa bellissima frase, a conclusione di questa riflessione, mi piace riscriverla in questo modo: “Ogni movimento interiore di pace è la pace intera. E quando si costruisce la pace nel quotidiano, si costruisce la pace intera. E quando ogni singolo diventa persona di pace, l’umanità intera diventa PACE.”
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