L’imbroglio TEA: niente di nuovo nei “nuovi” OGM

“Niente di nuovo nei nuovi OGM”. Questo il titolo del rapporto di Navdanya International (movimento contadino e femminista fondato da Vandana Shiva) secondo cui i “nuovi” TEA, appena sdoganati anche qui in Italia dal governo di destra, non sono che OGM sviluppati in maniera tale da aggirare le restrizioni di legge e da sollevare le case produttrici da ogni conseguenza nefasta legata al loro uso. Rimando al rapporto, per chi voglia farsene un’idea, e propongo da queste righe alcune riflessioni di carattere più generale.

Il mondo trabocca di cibo.
Le industrie agro-chimi-farma-alimentari producono miliardi di tonnellate di cereali, per sfamare moltitudini di bestie fatte vivere sotto tortura, e riempire in modo esagerato, con alimenti per lo più raffinati e adulterati, i piatti di una piccola parte della popolazione umana, che di questo cibo finisce per buttare altri miliardi di tonnellate.
(Esiste inoltre il mercato dei biocarburanti, che brucia una enorme quantità di soia, grano e mais).

Potremmo, per un mondo senza più fame: redistribuire in modo equo la produzione di cibo; regolamentare il mercato, oggi vampirizzato dalle GDO legate ai colossi multinazionali, proibendo la finanziarizzazione; superare il sistema della monocoltura e la modalità industriale-intensiva che devasta la terra e i popoli; promuovere agricoltura diffusa, locale, urbana, nativa, olistica, biologica, biodinamica, sinergica e agroecologica, per cessare la nostra guerra unilaterale contro la natura, condotta a colpi di tecnologie sempre più invasive, aggressive e prive di verifiche dei rischi.

Possiamo smettere di avvelenare, aggredire, sfruttare, inquinare, sprecare, e riconfigurare un sistema di produzione e distribuzione del cibo che sia salubre, rispettoso dell’ambiente, commisurato ai limiti, ai bisogni e ai luoghi geografici, a bassa tecnologia e dunque accessibile, equo e giusto con le persone.

Ma esiste una struttura di potere politico ed economico che non permette di fare tutto questo e che, anzi, lavora attivamente perché ciò non accada. Questo sistema, per riprodurre sé stesso, mantenendo l’accumulazione e la condizione di vantaggio di un gruppuscolo di rapinatori che domina da una manciata di secoli, ha assoluta necessità che si verifichino alcune condizioni contrarie a quelle sopra auspicate.

Le materie prime devono essere oggetto di speculazioni finanziarie. Le risorse alimentari non devono essere accessibili o distribuite, anzi, i magazzini pieni siano gestiti in modo da aumentare la scarsità. La tecnologia non deve essere aperta né libera, piuttosto sia ad altissima specializzazione, dunque nelle sole mani di squadre di tecnici alle proprie dipendenze. La ricerca scientifica deve essere rigidamente disciplinata, e bloccata o sabotata se vada in direzioni non monetizzabili o aperte. La monocoltura deve essere lo standard, la produzione intensiva l’unico orizzonte proponibile, continuamente perfezionato e implementato. La devastazione ambientale, la siccità, lo sconvolgimento climatico ed ecologico sono convenienti: i danni non rientrino nei bilanci, li paghino i dominati. Questi ultimi vanno mantenuti in condizione subordinata, ostacolando ogni tentativo di autoproduzione, cancellando i saperi nativi attraverso una metodica azione di epistemicidio, rapinando le risorse attraverso metodi di furto legalizzato come i brevetti, e infine silenziando le voci contrarie con propaganda costante e violenta, ad esempio accuse di “antiscientificità”, “ignoranza”, “complottismo”, “resistenza al progresso”, etc.

Ora: l’apparato che esiste grazie a questi guai ci presenta oggi la soluzione che dovrebbe essere in grado di risolvere proprio tali problemi: signore e signori, ecco a voi il CRISPR!

Grazie all’ “editing genetico” vincitore di un prestigiosissimo premio (dell’apparato), quei tecnocrati che fino a ieri hanno inondato il mondo di pesticidi, causando la selezione di parassiti sempre più resistenti, ci assicurano che i parassiti resistenti saranno sconfitti. Grazie alla manipolazione del DNA, trattato come una sfilza di interrutori da accendere e spegnere a piacimento, quegli industriali che fino a ieri hanno intossicato e arroventato l’aria ci assicurano che “il cambiamento climatico” sarà meglio sopportato dalle superpiante. Grazie all’abuso dei doni della vita, che ha impiegato milioni di anni per generare quel numinoso e meraviglioso “serpente cosmico” che è la spirale cromosomica, quegli stessi affaristi che auspicano la creazione di maiali a sei cosce ci assicurano che anche i pomodori risulteranno molto più appetitosi…

Una domanda, a questo punto, dovrebbe essere ineludibile: davvero abbiamo ancora intenzione di cascarci?

Giulia Abbate

Claudia Vink – “L’agroagricoltura a Giove con vista sul Bosco della Bandita”- olio su tela

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