Il vero amore passa anche attraverso un paio di scarpe da tennis? Forse sì.

Un altro dato inquietante, ma poco compreso: avete mai indagato sul fatto che le calzature delle donne, a tutte le latitudini erano (e sono ancora adesso) molto più scomode di quelle maschili?

Credete sia un caso che proprio i piedi venissero imprigionati? Le assurde “geta”, i classici sandali minuscoli, con le suole altissime che nell’antica Cina erano obbligatorie per tutte le donne, appartengono alla stessa famiglia, anche se vi può sembrare assurdo, delle molto più moderne scarpe con il tacco a spillo. Perché questo interesse proprio per i piedi?

Perché i piedi potrebbero, se tenuti liberi, come la natura li ha fatti, permettere alla donna di correre via.

Fuggire via da un posto che non le piace, ritrovare la libertà di muoversi, di cambiare la propria vita, di danzare con il vento, di toccare la terra, le sue radici profonde. Da questo punto di vista, anche se può sembrare azzardato, i tacchi a spillo hanno la stessa motivazione, in nuce, delle gabbie sospese dal suolo per le donne mestruate delle antiche tribù africane. Sempre sollevata da terra, impossibilitata a muoversi con agio, la donna, nei secoli ha imparato a considerare bello ciò che, nascostamente, la imprigionava: i tacchi alti, il vitino strizzato dentro rigidi busti di stecche di balena, abiti complicatissimi, acconciature che richiedono ore ed ore di fattura, e, oggigiorno, addirittura operazioni chirurgiche per raddrizzare nasi o gonfiare seni.

Senza questo lungo lavaggio del cervello, durato millenni, la donna avrebbe potuto, se lo voleva, mettersi in contatto con la propria potenzialità di essere umano libero, e questo l’avrebbe resa incontrollabile dall’esterno. Inoltre le calzature scomode, che deformano i piedi, creando instabilità sulle gambe, creano anche instabilità e incertezza nel muoversi. Il passo perde vigore e forza e la donna, di conseguenza, si sente sempre debole e spaurita. E il dominio può espandersi sempre più capillarmente. Il fascino nascosto di questo tipo di calzature sta proprio, quindi, nel simbolo di dominio che il maschio esercita ancora sulla femmina.

“Sciocchezze!” diranno molti uomini, ed alcune donne “Le scarpe con il tacco alto sono belle, e molto sexy…” Già, sexy, appunto, cioè attraggono sessualmente. Come può la vittima attrarre il suo carnefice se non mostrandosi, appunto, vittima? E più si mostra vittima e più il carnefice si sente attratto. Attrazione fatale.

Dietro i tacchi a spillo, gli abiti strettissimi e i seni siliconati, c’è nascosto il messaggio: “Mi sono fatta bella per te, mio uomo. Sono tutta tua”. E l’uomo che è ancora nel potere, gongola.

L’uomo che è nell’amore, si dovrebbe allontanare inorridito.

L’uomo che è nell’amore per la propria donna, ama anche i suoi piedi e vuole che essi si possano muovere felici e sani, in calzature comode e leggere. L’uomo che è nell’amore vuole essere scelto liberamente dalla propria donna come compagno di vita, e non sa che farsene di una bambola platinata al suo servizio. La donna che rispetta sé stessa vorrà essere bella per il suo uomo, per tutto il creato, e saprà danzare la danza della vita insieme al suo compagno, bella e sana come lui, e come ogni creatura deve essere.

Il vero amore passa anche attraverso un paio di scarpe da tennis? Forse sì.

Le donne dello spettacolo, che vediamo fasciate in vestiti attillatissimi, con spacchi vertiginosi e con tette enormi, rigonfie e siliconate, incapaci di muoversi e di articolare parola, fanno molto più male alle donne che milioni di uomini tradizionalisti, più male dei più integralisti tra gli islamici! Questa immagine così falsata della bellezza femminile, questa pupattola bionda, ossigenatissima e che ripete quattro frasi a pappagallo fa impazzire tutti gli uomini dal cervello troglodita, ma, ahimè, cosa molto più grave, crea ammirazione in moltissime donne teledipendenti. I social, poi, ultimamente,  hanno ancora esasperato questa tendenza, creando delle icone siliconate che posseggono, grazie a Tik-Tok e ad altri programmi demenziali, migliaia di “followers”.

E la trappola mortale prospera indisturbata.

Nessuna rivoluzione, nessun cambiamento profondo, nessuna storia può essere scritta se la maggioranza delle donne non è connivente con essa. Infatti se le donne non credessero così totalmente di non valere altro che per la bellezza del loro corpo, cioè se il punto di vista patriarcale non fosse sostenuto dalla stragrande maggioranza delle donne, non ci troveremmo intrappolate in questi vincoli di dipendenza.

Le donne stanno zitte e uccidono silenziosamente le proprie figlie e le proprie nipoti. Apparentemente sembrerebbe assurdo, ma non c’è altra risposta che una verità tremenda: lo stato di vittima, in fondo, è comodo, maledettamente comodo. La vittima non sceglie, non giudica, non ha responsabilità e si può lamentare in continuazione. Inoltre fingersi deboli crea una grande forza. Quante donne, soprattutto nel matrimonio, recitano la doppia commedia del far finta di essere deboli per far sentire il marito forte, ma, nello stesso tempo, sottilmente ribadiscono ogni volta che lui non vale niente e che le vere decisioni sono prese esclusivamente da lei? Personalmente mi sembra energia sprecata. Quanta energia ci vuole per mantenere ogni giorno una doppia falsità? Indubbiamente enorme, e la motivazione è ancora dovuta al fatto che la donna ha ancora troppa paura di venire allo scoperto, con il suo dono di vita. E continua, senza saperlo, a seminare menzogna e morte intorno a sé.

Eppure nella storia, alcune donne si sono mostrate e hanno proclamato il loro potere divino, ma sono state sempre messe al rogo. Come non capire, e giustificare, quindi, la paura?

Le cosiddette “streghe” altro non erano che Donne che “avevano capito”. L’etimologia della parola “strega” spiega molte cose: il vocabolo deriva dalla parola greca stryngx, civetta, simbolo della saggezza, e in inglese witch deriva da wit, spirito di conoscenza, e in francese sorciere deriva da sors, destino umano.  

Donne sapienti, donne che conoscevano il destino, donne magiche, in profondo contatto con il sapere eterno della natura.

Donne medichesse, donne che conoscevano i misteri delle piante e degli infusi, donne che aiutavano le altre donne a partorire e a controllare le nascite, donne che aiutavano soprattutto le altre donne. Pericolose, quindi, pericolosissime. Da questa paura tutta la serie di demonizzazioni di quell’antica cultura, culminata con l’incenerimento fisico delle povere malcapitate. Le streghe sono “scomparse” dalla storia quando si è smesso di cercarle. Metterle al rogo si era dimostrato inutile. Delle donne l’uomo continuava ad aver bisogno, e l’odore delle carni bruciate non curava la paura. Questo dimostra che è bastato cambiare il pensiero che stava dietro a queste azioni barbariche, affinché non accadessero più. Però il pensiero di paura è stato solo velato, nascosto, “rimosso”, ma non ancora guarito. Quanti uomini, nel loro inconscio, hanno ancora paura della donna – strega?

…to be continued

(Brano liberamente tratto dal libro “LA TRAPPOLA INVISIBILE “e “QUANDO TROIA ERA SOLO UNA CITTÀ” della stessa autrice- per acquisto libri e inserimento nel mailing list: www.mirellasantamato.net

Immagine Alex Katz, Black Hat (Bettina), 2010