E’ accertato che, se l’anidride carbonica (CO2) presente nell’atmosfera scende al di sotto di 150 parti per milione (ppm), la crescita delle colture si arresta.
A questa bassa percentuale la vegetazione non è più in grado di ottenere la quantità sufficiente di CO2 per il processo chimico della fotosintesi clorofilliana (1).
La conseguenza è la morte della vegetazione che non potrà più produrre ossigeno, gas vitale per tutti gli esseri viventi aerobici.
Secondo la narrazione prevalente, la CO2 in atmosfera è cresciuta negli ultimi decenni a causa della combustione delle fonti fossili raggiungendo livelli massimi preoccupanti.
La CO2 è diventata via via il male assoluto e ogni azione politica, economica e sociale mira a far diminuire le emissioni di tale gas.
Eppure, ci sono esperti che affermano che il livello di anidride carbonica in atmosfera è in realtà molto basso rispetto ai valori del passato.
Osservando il grafico della NASA (Direct measurements: 1958-PRESENT), l’impennata della CO2 dal 1960 al 2020 appare evidente (2).
Non di rado, per semplificare o per convincere il lettore, si omettono o si maneggiano ad arte alcune informazioni, oppure, semplicemente, si utilizzano rappresentazioni tecnicamente corrette ma che innescano delle conclusioni non pienamente corrispondenti alla realtà.
Per enfatizzare la crescita o la diminuzione di una variabile si può, ad esempio, agire sulla scala delle ordinate (asse y) troncando un intervallo di valori.
L’effetto che si produce con questa azione è ben visibile mettendo a confronto il grafico a sinistra della Nasa con il grafico di destra che riporta i medesimi dati. Nel grafico della Nasa l’asse y parte dal valore 320, mentre l’altro parte dallo zero.
Nel grafico di sinistra l’aumento della CO2 appare molto più significativo di quello di destra. Prendendo in esame un intervallo di tempo molto più lungo, l’andamento crescente risulterebbe ancora più attenuato.
Un altro inganno consiste nel rappresentare un fenomeno prendendo un arco temporale ristretto, avendo cura di scegliere quello in cui l’andamento della variabile di interesse conferma l’ipotesi che si vuole avvalorare.
Sempre sul sito della Nasa, è presente un secondo grafico che riporta la percentuale di CO2 da 800.000 anni fa ad oggi. L’asse delle y parte da 180.
A destra è riportato un grafico che rappresenta la percentuale di CO2 da 140 milioni di anni fa ad oggi (3).
Come è evidente la percentuale di CO2 in atmosfera, fatte salve alcune oscillazioni di modesta entità, è in continua decrescita. Solo nell’ultimissimo periodo, forse per cause naturali o forse grazie alle emissioni antropiche, l’andamento decrescente si è leggermente invertito.
Da notare che il grafico della NASA (Misure Proxy (Indirette)) è l’espansione dell’area del grafico di destra (140-million-year trend of dangerously decreasing CO2) intorno al valore zero.
Per completezza, e per non incorrere nel medesimo errore di osservare un fenomeno in modo parziale, è bene mostrare il grafico relativo alla ricostruzione della concentrazione di CO2 in atmosfera fino a 600 milioni di anni fa (4).
Appare evidente che la CO2 ha subito grandi oscillazioni nel passato con una diminuzione molto significativa nel periodo 350-250 milioni di anni fa. E’ altrettanto evidente che oggi la percentuale di CO2 in atmosfera è la più bassa in assoluto ed è vicina al minimo critico al di sotto del quale i vegetali muoiono.
Particolarmente pericolosa è l’idea di catturare la CO2 dall’atmosfera per stoccarla in cavità geologiche (Carbon capture and storage-CCS).
E’ certo che, se il trend naturale di decrescita della CO2 non dovesse subire una naturale inversione, come è già avvenuto in passato, in un futuro non lontano i pozzi di anidride carbonica, dove si intende stoccare tale gas, diventerebbero più importanti dei pozzi di petrolio.
Con una bassa percentuale di anidride carbonica in atmosfera, i vegetali potrebbero crescere solo in serre arricchite con tale gas.
Nel 2022 il World Economic Forum di Davos si è espresso a favore delle tecnologie di cattura dell’anidride carbonica e si è impegnato a investire denaro per la sua rimozione entro il 2030 (5).
Nel mentre la First Movers Coalition, una coalizione di aziende guidata dal Dipartimento di Stato americano, lanciata nel novembre 2021 con oltre 25 membri fondatori e che ha fra gli obiettivi la cattura e stoccaggio della CO2, si è ampliata e oggi conta 65 aziende, che rappresentano oltre il 10% delle aziende globali “Fortune 2000” per valore di mercato, oltre a dieci partner governativi. Tra i nuovi membri aziendali spiccano General Motors, PepsiCo e Rio Tinto (6).
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