Perché non mangerò per due giorni?
Ormai da tempo siamo abituati a definire le nostre comunicazioni (e le eventuali richieste ai nostri interlocutori) in modo violento, aggressivo o comunque “particolarmente assertivo”.
Questo inevitabilmente ha generato una estenuante lotta tra fronti avversi, nei quali ognuno tenta, in modo prepotente di far capire all’altro che la sua direzione è quella giusta.
In realtà vi svelo un segreto: la “direzione giusta” non esiste. O, almeno non esiste una direzione giusta assoluta. Esiste la direzione della propria anima e quindi della propria intuizione sulla realtà, lasciando che la sceneggiatura circostante si muova per conto proprio, nella direzione che ha scelto.
Ovviamente però, perché questo accada, è necessario che le persone abbiamo i medesimi diritti e le medesime possibilità di costruire la realtà che a loro è più congeniale.
Si chiama “diritto alla libertà di scelta” in qualsiasi campo della vita: quello della salute, quello della pace, quello del lavoro ecc.
Significa, in parole povere: ho scelto di vivere la mia realtà in un certo modo (che ovviamente non nuoce all’altro da me) e quindi devo avere il diritto e la tutela di vivere la realtà che ho scelto e di potermi esprimere di conseguenza. Immaginiamo allora di essere di fronte ad uno specchio: vorrei che nella mia realtà mi fosse riconosciuto il diritto di esprimere il mio parere, senza che dall’altra parte io venga ignorato.
Siccome la realtà è un riflesso di noi stessi, per potere ottenere quello che io desidero dall’altro, devo rinunciare all’idea di OTTENERE per sostituirla a quella di DARE.
Cosa posso dare allora a chi dovrebbe ascoltarmi, per fare si che l’altro comprenda la mia esigenza? Chiedere in una modalità non violenta, che possa fare capire all’altro, quanto quello che sto chiedendo sia importante per me e contemporaneamente creare, attraverso la condivisione, comunità più forti, contribuendo a costruire una società più felice per tutti.
Questa staffetta in aiuto a Davide Tutino, non è, quindi, solo un esempio potente di coerenza e di comunicazione non violenta.
È, prima di tutto, uno spaccato meraviglioso di come, un gesto di solidarietà e di Amore, possa essere la trama dove tessere la costruzione di un mondo nuovo, fatto di parole gentili, sorrisi, gesti premurosi, cure, abilità, pensieri e attenzione.
È il collante che connette la felicità individuale con quella collettiva.
Per questo io digiunerò oggi e domani, per dare modo a chi voglia ascoltare, di comprendere che la cooperazione, la compassione e la gentilezza definiscono la libertà e l’espressione dei propri diritti. Firmiamo i referendum.
Diamo la possibilità di costruire una realtà diversa a tutti, per darla a noi stessi.