Oggi voglio raccontarvi sia la diagnosi che con i compagni e le compagne di VITA facciamo del presente, che la cura che intendiamo perseguire.
Ma voglio prima di tutto voglio dirvi che il nostro cuore è pronto: perché qui ed ora, tutti insieme, abbiamo finalmente il coraggio, la lucidità, la pragmaticità e anche la gioia di portare la logica della vita e del bene comune dentro le istituzioni pubbliche, e di prenderci la responsabilità di risanarle.
I gangli decisionali dell’Unione Europea sembrano ormai irrimediabilmente posseduti dai gestori e beneficiari del complesso finanziario-bancario e militare-farmaceutico.
Si tratta di ristretti centri di potere esterni alle istituzioni UE con radici storiche anche dentro la City di Londra e a Washington DC, che attualmente godono di una invisibilità pubblica e di una immunità giudiziaria pressoché globale. Si tratta di soggetti che cercano di pilotare tutte le politiche UE e soprattutto quelle sanitarie, quelle agricole, quelle di politica estera e di sicurezza, quelle economiche e sociali.
I mezzi scelti includono il continuo ricorso a emergenze e stato di eccezione, la stimolazione della paura, la sovrapposizione di informazione a propaganda, la promozione dello scientismo, la costruzione di nemici stagionali, l’applicazione distopica alle società umane del modello crudele di gestione degli animali negli allevamenti industriali intensivi.
I risultati che perseguono sono lo sgretolamento diritti universali, il controllo monopolistico e militarizzato sia delle risorse naturali, che degli individui, dei loro corpi, dei loro sogni e desideri; all’utilizzo del denaro per generare debito e fungere da guinzaglio per umani.
La guerra al virus ha rapidamente ceduto il passo alla guerra e basta, con un crescendo parossistico che ha invano cercato di camuffare genocidi e di normalizzare un’industria integrata europea di distruzione.
Questa corsa verso l’autodistruzione dei popoli ha malgrado tutto accelerato la presa di coscienza collettiva di quei popoli stessi, che nulla guadagnano dalla guerra o dalla modificazione genetica e dalla brevettazione del vivente, e che solo conoscono come la vita dei singoli, delle coppie, delle famiglie, delle comunità necessiti di pace come condizione di esistenza e sviluppo.
No, non permetteremo che accada “con le armi quanto fatto con i vaccini”, come dicono di voler fare le alte sfere della Commissione europea la cui legittimità è gravemente erosa dal conflitto di interesse.
E non consentiremo che attraverso OGM, NBT e altri prodotti di tecnologie geniche le chiavi della vita e della biodiversità siano consegnate a quello stesso complesso militare-farmaceutico che cerca di appropriarsi anche di ricerca, legislazione e mercato delle sementi.
In parlamento europeo saremo il granello di sabbia nell’ingranaggio, le sentinelle che svelano piani di asfissia e controllo, i testimoni dei bisogni reali la cui parola aderisce a verità.
Opereremo perché la politica dell’UE metta il dialogo, la diplomazia e la cooperazione come nerbo della politica estera, e inverta immediatamente la tendenza cominciando a togliere da subito risorse all’industria militare.
Lavoreremo per smontare lo strumento del lasciapassare verde e di ogni obbligo terapeutico (anche delle sedicenti terapie preventive, troppo sospette nella loro simmetria con le guerre preventive) e per ridare sovranità anche nelle politiche sanitarie al paese e alle nostre comunità territoriali.
Forti del dialogo con la vera sapienza agroecologica ed ecosistemica portata avanti da contadini, protettori di boschi, comunità indigene di ogni dove, smonteremo i pilastri delle varie versioni della Politica Agricola Comune come l’abbiamo conosciuta per ricostruirli in funzione non del profitto dei pochissimi ma della VITA umana e di tutta la biosfera.
VITA porterà ovunque i valori di Pace, Verità, Libertà di cura, Ambiente, Terra. IL passato è solo un prologo, sta a noi scrivere il resto della storia.
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