Più che nel primo decennio del nuovo millennio, la voracità dell’attacco è emersa prepotentemente durante la pseudo-pandemia Covid19, attraverso la quale sono stati abbattuti in un attimo grazie alla paura trasmessa a reti unificate, tutti i diritti costituzionali e naturali relativi alle libertà personali, con la giustificazione della sicurezza sanitaria collettiva.
Poi l’attacco ai diritti è continuato con la guerra in Ucraina, dove un’altra volta tutto il mainstream mediatico si è accanito contro chi dissentiva da un’unica narrazione storica e televisiva.
Polarizzazioni forzate, grazie ai social, creando i nemici no vax, i no greenpass, i no war. Il nemico è dentro casa, è il vostro compagno, il vostro parente, e deve essere colpevolizzato, denunciato ed escluso dalla società.
Con il greenpass che ha tolto a milioni di italiani “non allinati” la libertà di lavorare, di studiare, di entrare in un bar, di prendere un treno, di curarsi, abbiamo compreso quanto i nostri diritti siano labili, temporanei e concessi solo in base alle emergenze create dal governo di turno.
Per questo il nuovo movimento politico VITA (nato per le elezioni politiche del 25 settembre 2022, ma che oggi si sviluppa come una comunità sociale e politica) appare come una boccata di ossigeno, per ridare vita al senso stesso di libertà e per difendere il senso critico ed il dissenso, fondamentale perché rappresentano il cuore della democrazia.
Gates, Musk o Besos? Rothschild e la Von Der Leyen? Soros e il Bildelberg?
La mafia del grande reset, la mafia di Davos e Aspen, è molto più radicata nel sistema di governo mondiale, è stessa parte del sistema di controllo politico/economico della società.
Sono intrecci di diverse élites politico-finanziarie attive su scala europea ed internazionale, in lotta fra loro, delle quali Gaetano Mosca aveva intuito l’esistenza già nel secolo scorso (teoria delle élites), gruppi di potere in espansione che Norberto Bobbio, Shoshana Zuboff e molti altri pensatori identificano come un potere parallelo in grado di influenzare direttamente l’opinione pubblica attraverso l’immane potenza della comunicazione digitale di massa e della astuta seduzione del sistema di controllo sociale mascherato da social network.
Oltre alla sovranità, tradizionale terreno di scontro fra cittadini e potere, oggi anche il sistema delle libertà costituzionali, ormai limitate e represse nel nome della sicurezza e della salute pubblica, è luogo di conflitto fra modelli diversi di società. Modelli diversi di umanità.
Un luogo sempre in fermento, vociante e libero, dove nuovi attivisti digitali (i nuovi tecnoribelli) generano quotidianamente contenuti di proprietà condivisa e costruiscono una diversa narrazione “non allineata”, orchestrata non da un solo leader, ma da tante intelligenze collettive disperse nelle diverse aree della società.
Questa nuova polis, globale ma allo stesso tempo locale, le cui fondamenta già intravediamo nel mondo reale offline, ci regalano la speranza immaginata da Rousseau, di un popolo non più relegato al ruolo di schiavo volontario, ma libero e cosciente della propria forza. Libero attraverso il proprio pensiero, non più soggetto a censure, ingerenze, distorsioni.
In un mondo dove il neoliberismo tradisce ferocemente l’obiettivo fondante del capitalismo stesso, cioè di guidare lo sviluppo della società umana, dove la biopolitica e il transumanesimo tradiscono la natura dell’uomo sfruttando a proprio vantaggio una tecnologia così tanto predittiva e così tanto invasiva nella sfera privata, possiamo dire di essere fieramente in grado di coltivare il pensiero della nuova polis.
VITA, dopo R2020, è un esempio concreto di passo concreto in direzione di questa nuova polis, ma mille altri germogli di nuova democrazia spuntano in giro per il pianeta: il fare rete e comunità, il voler tornare a condividere idee e beni comuni senza trarne a tutti i costi un profitto economico, il voler coltivare insieme lo stesso desiderio intrinseco di oltrepassare, con curiosità e determinazione, limiti e barriere, non può contenere a lungo le nostre vite e quelle delle generazioni dopo la nostra in una narrazione unica, asettica, prevedibile dai big data e gestita dall’intelligenza artificiale che pretende di sostituire la creatività umana e la biodiversità politica, sociale, artistica ed espressiva.
Per sfuggire al capitalismo della sorveglianza post-industriale, ai poteri invisibili sovversivi ormai radicati nelle istituzioni democratiche, alle mille seduzioni di un potere tecnocratico che ci illude, ci seduce e addomesticandoci ci rende docili ed obbedienti senza-pensiero, l’unica strada percorribile è tornare ad affrontare le domande fondamentali che l’Uomo si fa da sempre: chi è in grado di guidarci nel percorso illuminato del progresso, chi può realmente governarci con saggezza, a chi affidiamo la grande responsabilità di indicarci la via per proteggere le nostre vite e il nostro benessere? E con quale legittimità, con quale diritto, che sia divino o terreno, prima faraoni, re e grandi imperatori e oggi illuminati capi di stato e governi, ci rappresentano e ci tutelano?
Dopo questa lunga riflessione ci rendiamo conto che le risposte le abbiamo già trovate e le abbiamo con noi da sempre, ma forse le abbiamo solo dimenticate. Ce le hanno fornite gli ateniesi con la loro costituzione, ce le hanno semplicemente donate tanti filosofi illuministi che hanno posto in primo piano, nei secoli prima del nostro, il valore dell’uomo, il diritto profondo alla sua libertà quando soggiogato dal potere di imperatori e re, il principio della disobbedienza civile quando una legge scritta dall’uomo va contro l’uomo stesso.
non il ricco e potente di turno che si autoleggittima per governarci, siamo noi la soluzione. Noi, il popolo che si autogoverna nel pieno della sua legittima e naturale sovranità.
Noi, il nostro essere liberi di avere un’opinione diversa dalla massa, liberi di essere coerenti di poterla esprimere e liberi, o meglio immuni, alla gratificante solitudine dei like, all’assurda certezza del totalitarismo delle statistiche, e al conformismo di una società globalizzata ma uniforme, solitaria ma iperconnessa, devitalizzante.
Quando l’uomo troverà il coraggio di disarticolare il dominio psicologico del sistema dominante, riusciremo a rompere la gabbia dorata dell’appagante iperconsumismo al quale ci siamo rinchiusi e di commercializzazione delle nostre emozioni nella quale ci siamo assuefatti.
La Storia, ma potremmo dire anche il futuro stesso della nostra umanità, non può essere soggetta all’iper-controllo politico, sociale e digitale della società moderna. Esisterà sempre un evento imprevedibile, una discontinuità non calcolata dagli algoritmi di business intelligence, un virus sociale non intercettato dai sistemi di prevenzione, una modifica nel destino che doveva a tutti apparire immutabile, che può essere fatale ad un potere che pretende di deviare la stessa natura umana.
Finchè ci sarà questa scintilla di libero pensiero, ed il coraggio di esercitarlo come diritto naturale, esisterà la democrazia.
E l’Uomo avrà di fronte a sé la scelta.
La scelta di esistere.
La scelta della VITA.
se questo articolo ti è parso interessante, puoi approfondire le tematiche trattate, leggendo questi testi:
ARISTOTELE, La costituzione degli ateniesi, Milano, Mondadori, 1991
BYUNG-CHUL HAN, Psicopolitica. Il neoliberalismo e le nuove tecniche del potere, Roma, Nottetempo, 2016
BOBBIO NORBERTO, Il futuro della democrazia, Torino, Einaudi, 1995
CHOMSKY NOAM, Chi sono i padroni del mondo, Ponte alle grazie, 2016
DE LA BOETIE ETIENNE, Discorso sulla servitù volontaria, Milano, Feltrinelli, 2019
GRAMSCI, MOSCA, MICHELS, PARETO, Elites. Le illusioni della democrazia, Roma, Circolo Proudhon, 2016
ZUBOFF SHOSHANA, Il capitalismo della sorveglianza. Il futuro dell’umanità nell’era dei nuovi poteri, Roma, Luiss, 2020
Autore dell’articolo
Visionario, coerente e pacifista. Da sempre vivo la politica come lotta sociale per un mondo più equo.
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